Progetti Caritas
Ticino in Romania
L'AMBULATORIO
DI OITUZ È A TETTO
Di
Marco Fantoni
Lo scorso mese di novembre, con il collaboratore Luigi Brembilla, ci siamo recati
in Romania per verificare come procedono i lavori e le attività nei progetti
a favore dell'infanzia, sostenuti da Caritas Ticino.
La prima tappa ad Oituz, per verificare a che punto si era con la costruzione
dell'ambulatorio, iniziata la scorsa estate in concomitanza con il campo di
lavoro per giovani (vedi rivista settembre ottobre 1996). Come si può
vedere dalle fotografie l'opera è quasi ultimata, mancando le rifiniture
interne con l'installazione delle apparecchiature e la sistemazione esterna.
Non poche sono state le difficoltà di questa iniziativa, abbiamo riscontrato
ad esempio alcune lacune tecniche, ma bisogna considerare come non sempre si
è potuto avere a disposizione personale qualificato. Il grosso sforzo
di volontariato compiuto dalla popolazione locale che ha partecipato ai lavori,
ha permesso alle stesse persone di sentire quest'opera propria, dunque a disposizione
di tutta la comunità ed in particolare dei bambini che nel villaggio
di Oituz ed in quelli attorno costituiscono una fascia elevata della stessa.
In effetti come già detto lo scopertine/copo principale di questa iniziativa è
quello del massimo coinvolgimento della popolazione, che va oltre questo ambulatorio
e che rientra nella pastorale che il parroco don Vincenzo tenta di attuare.
Ed un fatto positivo a questo proposito lo si è riscontrato lo scorso
autunno, quando durante un incontro giovanile diocesano, alcuni dei giovani
del villaggio, invitati da altri che avevano partecipato al campo estivo, vi
hanno preso parte, potendo iniziare un cammino di fede che difficilmente senza
la proposta estiva avrebbe potuto aver luogo.
In questo progetto sono pure coinvolti il Comune e la Direzione Sanitaria statale
che metterà a disposizione il personale e si occuperà della gestione.
Per la prossima primavera è prevista l'inaugurazione ufficiale.
L'opera eseguita per conto della Caritas Bucarest e di Oituz, ha visto fin dall'inizio
la collaborazione importante di don Nicola Timpu con cui abbiamo in corso altri
progetti nella sua parrocchia di Brezoi. Ed è appunto a Brezoi che è
continuata la nostra visita. È infatti qui che dal 1993 abbiamo i rapporti
più stretti con la Romania. Per quanto riguarda i progetti il grosso
sforzo è stato quello di sostenere la riattazione e la gestione per due
anni di una casa che è stata adibita ad asilo per bambini zingari e di
cui abbiamo già riferito, per quanto riguarda l'inaugurazione, nella
rivista di maggio giugno 1996. Qui l'impegno di don Nicola comporta delle difficoltà
che vanno oltre la normale gestione di una struttura del genere. In effetti
avendo destinato quest'opera a favore della comunità zingara di Valea
lui Stan, la grossa difficoltà sta nel fare accettare alle famiglie di
questa comunità, che "vive" emarginata da tutto e da tutti
in condizioni inumane, l'importanza di crescere i propri figli in ambienti che
possono garantire una vita normale e sana. I bambini infatti vengono accolti
dalla domenica pomeriggio al venerdì sera. Qui hanno la possibilità
di lavarsi essere curati, vien data loro la cena e la colazione e vi trascorrono
le notti, mentre durante il giorno frequentano l'asilo statale. Naturalmente,
non tutte le famiglie della comunità zingara sono disposte a lasciare
i propri figli per parte della settimana essendo l'unica loro "proprietà".
Di conseguenza, don Nicola ed i suoi collaboratori, con le insegnanti dell'asilo
statale, devono compiere grossi sforzi affinché l'impegno a favore dei
bambini sia il più proficuo possibile.
Per sostenere questa attività la Caritas di Brezoi, di cui appunto don
Nicola è direttore deve trovare delle fonti di finanziamento che non
facciano capo ad aiuti esterni. È per questo che da un paio d'anni è
in funzione una falegnameria che fino a poco tempo fa era dì proprietà
di un privato ed ora grazie al sostegno di Caritas Ticino, con la somma di DM
23'000 ha potuto essere acquistata. Questo potrà garantire che tutti
i benefici saranno a favore di Caritas Brezoi che potrà così contribuire
oltre che ad autofinanziare la stessa falegnameria a sostenere la gestione dell'asilo.
Ma anche per la falegnameria non sono tutte rose e fiori. In effetti i macchinari
a disposizione ed i mezzi, non sempre possono contribuire alla qualità
dei lavori. Basterebbe infatti poco per emergere in un mercato che in loco non
presenta aziende simili con mezzi migliori. Caritas Ticino si sta muovendo per
garantire alla falegnameria la possibilità di un futuro migliore, fornendo
mezzi adatti.
Grazie ad un'associazione di Vicenza e con un contributo di Caritas Ticino di
DM 3'500 don Nicola ha potuto pure acquistare una corriera usata con una capienza
di 30 persone. Questo permetterà di organizzare il trasporto di persone
per una tratta nella regione di Brezoi e poter utilizzare parte degli utili
di questo servizio a favore dei progetti di Caritas Brezoi.
Dunque anche da parte di chi riceve degli aiuti per progetti è presente
l'idea che questi debbano essere sostenuti da attività locali che garantiscano
un autofinanziamento ed evitino richieste esterne.
Questo è uno dei criteri che Caritas Ticino tiene presente nella scelta
dei progetti da sostenere per assicurarsi che gli stessi abbiano uno sviluppo
positivo.